Il nostro Piano Strategico: migliorare la qualità della nostra missione

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Mark A. Lewis, S.I. | Rettore della Pontificia Università Gregoriana

di Mark A. Lewis, S.I.

Rettore della Pontificia Università Gregoriana

Il Piano Strategico dell’Università anticipa
e pianifica il futuro della nostra comunità,
ci indica il cammino da intraprendere per giungere
a dove vogliamo essere tra cinque anni.
Tutti noi abbiamo un ruolo importante
per la sua implementazione: la nostra è una comunità
viva, vitale e creativa. L’obiettivo è quello di rimanere
fedeli alla nostra missione, con la speranza
di migliorarla e arricchirla all’interno
dell’università, della Chiesa e del mondo.

Nel corso dell’ultimo anno accademico, la comunità universitaria, con l’aiuto del Rapporto della Commissione di valutazione esterna della AVEPRO (Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università e Facoltà Ecclesiastiche) e di un consulente esterno, il Prof. Francesco Cesareo, ha sviluppato prima un Piano di miglioramento della qualità, e, in seguito, il Piano Strategico formale della Pontificia Università Gregoriana per i prossimi cinque anni (2023-2028). Uno degli obiettivi di questo processo è stato quello di coinvolgere il maggior numero possibile di membri della comunità universitaria: un piano strategico per una università deve appartenere alla comunità universitaria, non al rettore, a un consulente o a un comitato. Dopo tutto, dobbiamo portare avanti questo piano insieme, discernendo e scoprendo i modi migliori per raggiungere i nostri obiettivi. La ragione principale di un piano strategico è pensare in avanti, non semplicemente reagendo alle correnti del momento, ma anticipando e pianificando il futuro.

 

 

Se lo sviluppo del Piano Strategico ha coinvolto un numero significativo di membri della comunità universitaria, la sua implementazione richiederà l’immaginazione, la creatività e il consiglio di tutta la comunità. Il piano appartiene a tutti noi e vogliamo muoverci insieme verso nuove direzioni. Per il corpo docente, la scorsa primavera, ho suggerito l’immagine del correre verso il punto in cui si troverà il pallone da calcio (alla maniera di Wayne Gretzky, ex hockeista su ghiaccio e allenatore di hockey su ghiaccio). Ciò significa che dobbiamo pensare insieme come una squadra per dirigerci verso il punto in cui crediamo di dover essere tra cinque anni. Le analisi SWOT (Strenghts, Weaknesses, Opportunities, Threats) e le nostre auto-riflessioni dovrebbero averci dato alcune idee su dove la nostra missione ci porterà entro il 2028. Ma dovremo continuare a tenerci informati e a riflettere sulle direzioni in cui si muovono la Chiesa e la società. L’obiettivo, se vogliamo, è quello di rimanere fedeli alla nostra missione e alla visione in cui crediamo.

Quest’anno, quindi, ci concentreremo su come:

  • 1. Migliorare e promuovere l’eccellenza nell’esperienza accademica e studentesca;
  • 2. Identificare potenziali collaborazioni a beneficio dell’Università;
  • 3. Assicurare la crescita e la diversità delle risorse per l’Università;
  • 4. Rafforzare l’articolazione e l’impegno della missione educativa condivisa in ogni area dell’università, attraverso il processo in corso di integrazione del Pontificio Istituto Biblico e del Pontificio Istituto Orientale nell’Università Gregoriana.

La mia speranza è che questo ci permetta anche di migliorare e arricchire la nostra missione personale all’interno dell’università, della Chiesa e del mondo.